Strategie   Vincenti

Sei a disagio ? EVVIVA !

Qualche anno fa ho partecipato ad un corso in cui, tra le altre cose, ci hanno condizionato ad esultare ogni volta che ci sentivamo confusi. Il formatore esortava i partecipanti a fare domande e a condividere ogni qualvolta fossimo in difficoltà, in confusione o a disagio. Quando uno poi pronunciava la fatidica frase “Sono in confusione” tutta la sala (almeno 400 persone) iniziavano ad esultare 🙂

Questo comportamento ti può sembrare fuori di testa e paradossale, ma è in realtà potentissimo e molto produttivo.

La scorsa settimana ho partecipato ad un corso di formazione tenuto dal bravissimo Luigi Mengato che usa la modalità di apprendimento esperienziale, cioè invece di stare in aula a sentire teorie, si fa un’attività pratica (come per esempio costruire un ponte con soli bastoni di legno, cucinare un pranzo per più di venti persone o una caccia al tesoro in un territorio sconosciuto) per poi andare in aula soltanto alla fine di questa esperienza e riflettere su come è andata.

Un principio base della formazione esperienziale è che per poter apprendere qualcosa devi uscire dal reame delle cose che per te sono note (la cosiddetta zona di comfort) ed entrare (per scelta o perchè ti ci hanno in qualche modo costretto) in una zona dove almeno alcune cose per te sono ignote (zona chiamata appunto di Apprendimento) in cui le emozioni variano tra l’entusiasmo e l’aspettativa, se nella zona di apprendimento ci sei entrato per tua scelta e tu l’hai preso con un atteggiamento mentale positivo, e il disagio e la paura, se invece nella zona di apprendimento ci sei finito contro la tua volontà o semplicemente perchè ti sei lasciato sopraffare dagli eventi.

Zona di Apprendimento

Ma una cosa è certa: se vuoi crescere e migliorare devi essere in grado di stare fuori dalla tua zona di comfort.

Ti dirò di più:

Più a lungo e più lontano riesci stare dalla tua zona di comfort, più impari e più successo ottieni – Anonimo

Molti hanno buone idee, ma pochi continuano ad andare avanti fino a raggiungere il successo, nonostante i “no”, le proprie paure e la gente attorno a loro che non ci crede.

E’ da questa constatazione che negli ultimi 3 mesi ho deciso di focalizzarmi nell’immergermi di più nel disagio e cerco di farlo ogni giorno in qualsiasi situazione, perchè l’abilità di stare lontano dalla tua zona di comfort è come un muscolo: più spesso lo alleni e maggiore è lo sforzo a cui lo sottoponi, più forte diventa il muscolo.

Così per esempio per poter imparare a pattinare sul ghiaccio, mi sono aggregato al gruppetto di bambine (nel quale c’era pure mia figlia) che facevano figure di pattinaggio artistico, e poi mi sono messo per mezzore intere a provare a pattinare all’indietro, finchè ci sono finalmente riuscito.

Altro esempio è che mi sono messo di nuovo a fare coaching, seppure mi dia grossa soddisfazione e io sia convinto di poter aiutare molte persone, ho ancora delle paure che non ho superato del tutto, ma ho deciso di muovermi comunque.

Stessa cosa vale nell’ambito delle relazioni, di cui però ho deciso di non parlare pubblicamente.

Se vuoi sapere la strategia che sto seguendo, eccola qua:

1) Renditi conto quando stai cercando di fuggire da qualcosa

La consapevolezza è e rimane sempre il primo dei 4 passi per qualsiasi cambiamento duraturo. Se non ti rendi conto che c’è qualcosa da migliorare, non puoi iniziare a migliorare 😉

2) Decidi che vuoi accettare il disagio

Se non prendi la decisione conscia che VUOI cambiare la tua situazione, metterai in atto immediatamente una delle tante strategie di fuga (letterale o metaforica) dal tuo disagio, per ritornare nella tua zona di comfort (trovare una scusa, procrastinare, andarsene etc.) Sicuramente conoscerai qualcuno che si è comportato così 😉

3) Affronta il disagio o la paura

La prima cosa che cerco di fare è stare fermo (cioè di non scappare), e di rimanere all’interno di questa sensazione e di respirare. Semplicemente accettando e rimanendo immerso in questa sensazione un pò alla volta diventi più resiliente, ti viene meno l’impulso di scappare (il famoso “muscolo” che si rafforza), la testa rimane più lucida e riesci prima a diventare produttivo. Poi in realtà ti rendi conto che il più delle volte le paure sono soltanto dei castelli che ti sei costruito nella tua testa, oppure che un “No” in realtà non ti uccide e la vita continua ad andare avanti 🙂

Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non c’era più nessuno – Goethe

Quindi la prima cosa da fare, quando hai l’istinto di mollare o scappare, è continuare a respirare (e concentrarti sul tuo respiro) per 30 secondi ed osserva i tuoi pensieri in modo distaccato e con curiosità, come farebbe un scienziato.

Atteggiamento da scienziato
“Ah ma guarda un pò: Alex quando vuole chiedere ad una bella ragazza di uscire, trova la scusa che in realtà quella ragazza non gli interessa. Curioso :-)”

E poi di affrontare la tua paura, magari abbandonando la convinzione che il futuro debba essere privo di fallimenti.

In tutto questo, un’enorme aiuto me lo sta dando il fare ogni giorno gli esercizi dello Star Gate per aumentare la mia Armonia Interiore e il fatto di creare l’abitudine di fare 3 respiri profondi ogniqualvolta mi senta a disagio.

E allora siete tutti pronti ?

Vi confesso che sono a disagio  e ho uno strano formicolio nello stomaco a pubblicare questo post, perchè l’ho scritto di getto e ho pure combinato un pasticcio con l’autoresponder che ha mandato a tutta la lista un vecchio articolo e con questo aricolo ti arriverà una seconda mail nello stesso giorno (che è una cosa che odio) !

EVVIVA ! 😀

 

12 Commenti

  1. In questo periodo mi trovo a disagio, EVVIVA! Ho cambiato radicalmente lavoro in un campo che non ho mai praticato, il mio capo è un sempre inca***** con me per i miei errori. Mi sento continuamente sotto pressione e mi chiedo: Ho fatto la scelta giusta? Che confusione!EVVIVA!(questo EVVIVA almeno mi rallegra un pochino

    • EVVIVA Marco ! 🙂

      Io ho cambiato diversi lavori, cambiando completamente ruolo e mercato: NON c’è stata una volta che durante uno di questi cambiamenti (e soprattutto nei mesi iniziali) io non mi sia sentito fortemente a mio disagio.

      Da ognuna di queste esperienze ho imparato cose importanti per me: cosa mi piace, cosa NON mi piace (informazione altrettanto preziosa), abilità tecniche, abilità trasversali (saper comunicare, saper capire le persone, come inserirmi in un gruppo, leadership, saper gestire le mie emozioni, etc)

      Personalmente, oltre a fare ciò che ho già scritto nell’articolo, mi piace pormi le seguenti domande (e magari riportare le risposte sul mio diario).

      1) Come mi sono sentito ?

      2) Cosa ha funzionato ?

      3) Cosa NON ha funzionato ?

      4) Cosa ho imparato ?

      ciao
      Alexander

      • Mi ha fatto molto piacere la tua risposta, che è di conforto in situazioni in cui il morale non è alle stelle; Certe volte penso che l’idea che ci piace fare un determinato lavoro può cambiare e risultare diversa quando lo proviamo realmente. E allora in quel caso entra in campo la consapevolezza. Ma allora mi chiedo: si dovrebbe segliere il proprio lavoro in base alle proprie passioni per ridurre ogni tipo di disagio(essendo che la motivazione personale è più alta)?

        • Certe volte penso che l’idea che ci piace fare un determinato lavoro può cambiare e risultare diversa quando lo proviamo realmente.

          Verissimo, ma vale non solo per i lavori, ma anche per gli sport, i cibi, i paesi, le ragazze, etc 😉

          E’ per questo che dico sempre di provare per sperimentare in prima persona da insider

          Ma allora mi chiedo: si dovrebbe segliere il proprio lavoro in base alle proprie passioni per ridurre ogni tipo di disagio(essendo che la motivazione personale è più alta)?

          Ci sono 2 correnti di pensiero: la prima dice di seguire la tua passione, in modo tale da essere sempre motivato. Il problema che molti si focalizzano troppo su ciò che gli piace fare e perdono di vista il fatto che per guadagnare dei soldi bisogna creare del valore (con dei servizi o dei beni) a qualcuno che sia per questo disposto a pagarti.

          L’altra scuola di pensiero dice di lavorare duramente e di diventare bravissimo in quello che fai, nel diventare bravo ti appassionerai al tuo lavoro. Il problema di questo approccio è che la stragrande maggioranza non riesce a focalizzarsi e ad insistere a sufficienza per diventare veramente bravi.

  2. Bellissimo Post, Alexander. Una delle conseguenze interessanti che ho notato in me, e in chi si “allena” ad uscire dalla Zona di Comfort, è che si iniziano a vivere situazioni difficili in modo proattivo.
    Mi spiego meglio: spesso chi si trova a disagio inizia a dare la colpa agli altri della situazione e fa di tutto per rientrare il più velocemente possibile in Zona di Comfort.
    Chi invece “esplora” la Zona di Apprendimento la smette di trovare “colpe” esterne e inizia a dirsi “evviva ! sono in Zona Apprendimento … vediamo cosa posso fare IO in questa situazione”.
    Morale: si sviluppa proattività e il nostro Locus of Control diventa interno (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Locus_of_control).
    Quindi: EVVIVA !
    Ciao

    • Ciao Luigi !
      Mi sono dimenticato di citare anche il fatto che il disegno dei 3 cerchi concentrici delle zone di comfort, apprendimento e panico è un mal riuscito tentativo di copiare una delle tue sketchnotes. Su Flickr (https://www.flickr.com/photos/luigimengato/) ogni tanto me le guardo e rimango a bocca aperta. Complimenti, davvero !

  3. Non credi che la scelta migliore sia quella di trovare un equilibrio tra le due correnti di pensiero??..come una specie di fusione!!

    • In pratica vuol dire ricadere nel primo caso del seguire la tua passione, perchè scordati di poter campare con la tua passione senza diventare molto bravo e senza comunque dover faticare: ogni passione facendola saltuariamente e per diletto sembra divertente, ma se diventa il tuo lavoro, devi farlo anche quando non hai voglia (cosa che se lo fai per diletto NON fai) e con tutta una serie di cose che potrebbero NON piacerti. In cima alla lista delle cose che NON vogliono fare le persone che vogliono vivere della propria passione, ma che è vitale per il loro sostentamento, è vendersi.

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