Strategie Vincenti
Smettila di incasinarti !
Ti è mai capitato di volere una cosa poi, quando ti ci avvicini, inizi ad averne paura e a raccontarti una bugia per giustificare che non vuoi più raggiungere quel obiettivo ?
A ma capita spesso 🙂
Facciamo un esempio: voglio scrivere un post su un argomento che ritengo importante, ma poi non lo faccio e mi racconto una bugia, dicendomi che non interesserebbe nessuno, invece la realtà è che ho paura di essere giudicato per quello che penso e scrivo.
Di esempi nella vita quotidiana di tutti noi ce ne sono tantissimi, come per esempio Tizio che ha l’opportunità di essere promosso finalmente capo ufficio e diventare quindi capo di coloro che per anni sono stati i suoi colleghi. Per lui sarebbe una grande occasione: un avanzamento nella carriera ed un aumento di stipendio, ma dentro di sè Tizio ha una gran fifa per via delle nuove responsabilità, teme di non essere all’altezza e di perdere la stima dei colleghi e quindi inizia a raccontarsela del tipo. “Lo sanno tutti che se vuoi che la gente di obbedisca devi farti odiare !”
Affermazione che parte da alcuni presupposti sbagliati:
- proprio “tutti” ?
- chi è la “gente” ?
- tutta la gente reagisce alla stessa maniera ?
- Tizio ha mai provato ad essere capo ufficio ?
Il tutto nasce dal fatto che siamo talmente condizionati dal fatto che NON E’ OK avere paura o sentirsi inadeguati, che, quando proviamo queste sensazioni, fuggiamo immediatamente negando l’esistenza stessa di queste sensazioni.
E quindi iniziamo a raccontarcela…
Ma il coraggioso non è colui che non ha mai paura, ma colui che la paura la affronta. La sicurezza non deriva dall’assenza di paure, ma dalla abilità di uscire dalla nostra zona di comfort: l’unica vera protezione nella nostra vita è la nostra crescita personale, dobbiamo cioè imparare a convivere con la nostra insicurezza e a trattarla come la nostra migliore alleata.
Quando negli anni 50/60 frequentavo le superiori, nel primo biennio era cosa naturale per i nostri insegnanti farci fare dei lavori umili quali per esempio prendere il carbone e accendere la forgia,anche se poi non lo avremmo più fatto nella vita, l’insegnamento ci avrebbe addrestato al comando.Ma quello era un modo per dirci a noi allievi che un capo deve, per dare ordini, saper fare anche cose che competono ai subalterni.Pertanto se un “capoufficio” sa quel che fa non ha timore di assumersi le responsabilità.Il dramma oggi è che la stanza dei bottoni la si raggiunge non per meriti di certa conoscenza personale o come si suol dire “in trincea” ma per altri meriti non certo guerreggiati.I meriti acquisiti sul campo non hanno mai fatto arricchire niuno.Ed oggi è meritevole solo chi può vantare una sciolta parlantina o un bel fascino con sorriso a 52 denti e una sfrontata ricchezza acquisita in modo dubbio.Facendo il “capo” (che brutta parola) ho cercato sempre di sapere un tantino più dei collaboratore (anche perhè ne avevo il tempo) e scendere sul campo prima di loro e dare esempio e conforto in quanto essi trovavano un punto di riferimento senza per questo sentirsi menomati,toccava a me farci sentire un team.Ciao
La questione posta in questo articolo è relativa al meccanismo dell’ autosabotaggio inconscio.
L’autosabotaggio è un meccanismo di autodifesa verso un possibile cambiamento dalle abitudini che caratterizzano la quotidianità di una persona. Ritengo che per vivere dignitosamente la propria vita si debba assolumente prendere coscienza di ciò che realmente si vuole raggiungere e focalizzarsi per ottenere ciò che si vuole. Ho sperimentato personalmente l’ autosabotaggio. Vi racconterò la mia esperienza. Nel 1997 su interessamento di mio padre sono stato contattato dall’ ufficio selezione della Banca Popolare di Spoleto. Andai e sostenni il mio colloquio. Ma c’era qualcosa che non andava. Era il mio liguaggio non verbale. E sebbene affermassi di essere disposto a svolgere le mansioni che mi avrebbero affidato, capirono che quello che dicevo non era in linea con il mio linguaggio corporeo.
Il motivo: ero appena laureato in economia aziendale a urbino ma proprio in quel periodo il mio focus era tutto incentrato verso un altro obiettivo: l’ esame di stato da dottore commercialista.
Quello che voglio esprimere con questo esempio di vita personale è:
1. Agire in sintonia con le proprie credenze. Le credenze pilotate da altri scateneranno sempre resistenze al cambiamento.
2. Fregarsene degli altri e andare diritti alla propria meta.
3. Raggiungere la massima soglia che scatena il desiderio di cambiamento. Il cambiamento di un’ abitudine che ci penalizza può essere reso possibile associando a quella vecchia abitudine una forte dose di dolore e contemporaneamente associando alla nuova abitudine di possibile vita una enorme dose di piacere.
4. Poniamoci sempre delle domande potenzianti che ci aiutano a superare gli ostacoli.
Riporto di seguito le domande per risolvere i problemi tratte dal libro di A. Robbins ( pag 190 del Manuale di psicologia del cambiamento – Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario )
– cosa c’è di buono in questo problema ?
– Che cosa non è ancora perfetto ?
– Che cosa sono disposto a fare perchè la situazione sia come la voglio ?
– CHE COSA SONO DISPOSTO A NON FARE PIU’ PER RENDERLA COME LA VOGLIO ?
– COME POSSO RENDERE PIACEVOLE IL PROCESSO PER FARLA DIVENTARE COME LA VOGLIO ?
Testimonio con certezza che queste domande potenzianti veramente funzionano, perchè ci spingono ad un processo di autoanalisi interna e di fatto escludono qualunque meccanismo di autosabotaggio inconscio.
Ritengo che l’ imposizione di terzi su obiettivi che riguardano la propria vita implicheranno sempre il meccanismo dell’ autosabotaggio, ma se una decisione nasce dal più profondo del proprio cuore è destinata alla realizzazione.
Per concludere io quell’ esame di stato lo ho superato, mentre tutti mi dicevano che per me quella era un impresa ben oltre le mie possibilità.
Ritengo che nella vita la forza di volontà sia la chiave per cambiare in meglio la propria condizione ed elevarsi ad uno stato superiore.
voglio partecipare all evento di Roberto, ma prima di settembre non posso. ci saranno dopo settembre ancora? Fammi sapere grazie
Ciao Antonia,
sono a conoscenza soltanto delle date di Mestre e Verona.
Se proprio non ce ne saranno delle altre, puoi ripiegare comperandoti il libro e il DVD.
io invece non ci vengo, sono orientata verso altri lidi, il mio personale percorso al momento ha altra strada.
però mi incuriosiscono sempre queste cose, e se ci vai tu mi piacerebbe poi che facessi un post sulle TUE impressioni.
bada: non su com’è il seminario, ma su come tu l’hai percepito. Ti va?
ciao Alex 🙂
Caro Marco,
hai proprio ragione, anche io ho una storia simile alla tua e sono riuscita nei miei obiettivi grazie alla mia tenacia e alla mia forza di volontà.
E’ vero che le risposte sono spesso dentro di te, la maggior parte delle volte sappiamo qual è la cosa giusta da fare, c’è sempre una risposta in fondo al nostro cuore.
” se una decisione nasce dal più profondo del proprio cuore è destinata alla realizzazione”
Ultimamente mi sono anche accorta che, spesso dobbiamo usare non solo la nostra mente, ma anche il nostro fisico. Spesso quando siamo in situazioni che non vogliamo, ma che stiamo accentando, non siamo rilassati, non dormiamo, stiamo male fisicamente.
Per questo è importante dobbiamo riuscire a guardarci più dentro e prendere decisioni senza esitare.
Ciao Alexander.
Per accorgersi del fatto che ti stai raccontando una bugia c’è un metodo molto semplice: consideri la motivazione con cui ti sei pronunciato per giustificarti e ti chiedi: “E se questa condizione non fosse
vera, agirei diversamente?” Se la risposta è “No”, si trattava evidentemente di una scusa, ovvero di una bugia!
cioa sono mara io vivo costantemente uno stato d’ansia paure relative al futuro sono immobile nel presente in cui pero’ sono depressa e non vado avanti per paura di peggiorare la questione insomma mi definisco un caso patologico ma vorrei superare tutto cio’ quindi la volonta di smettere di stare male c’e’ non mangio non dormo ho provato di tutto farmaci poi abbandonati psicologo poi abbandonato non mi curo di me no esco piu’ di casa insomma quella vita meravigliosa di cui tutti parlano io non la vivo cerco aiuto ma non ne trovo neanche le distrazioni alleviano piu’ l’ansia
help help chiedo aiuto
Ciao Mara. Faccio personal coaching e sarebbe un piacere lavorare con te. Prima però devo dirti una cosa sul tuo futuro, alla quale ti devi subito rassegnare. Pronta? Ecco, te la dico, te la dico…
E’ impossibile che sia sicuro.
La sicurezza puoi scordartela.
Il che, d’altra parte, se ci pensi, rende tutto più divertente 🙂
@Mara
Beh, mi pare che non ci sia molto da peggiorare. E’ meglio che tu ti metta in moto, in una qualsiasi direzione. Una volta che sei in movimento (metaforicamente parlando) è anche più facile aggiustare la direzione. Ma stare ferma è la peggior cosa che tu possa fare.
Vuoi veramente stare meglio ?
@Marco e Mara
La sicurezza non è poggiare su un pavimento immobile, bensì essere in grado di stare in equilibrio su un pavimento in continuo movimento.
Alexander,
ho letto il libro e visto il dvd di Roberto Re. Ho una domanda che riguarda un motivo di incasinamento mostruoso ed è questa:
Come faccio a essere veramente sicuro che gli obiettivi che mi pongo a medio – lungo termine siano veramente giusti per me ? E se nella vita uno si mette in testa di perseguire obiettivi condizionati involontariamente da altri perseguendoli con la convinzione che siano propri ? Che fare ? Come si acquisisce veramente consapevolezza nel perseguire una ” Vision ” che rispecchi appieno cuore, mente e azione ?
Citato articolo di Roberto Re, tratto da pag 80 ” smettila di incasinarti “.
“Ogni emozione è importante e sarebbe impensabile vivere senza stati d’ animo negativi. Anche se cerchiamo il più possibile di rifuggirle, le emozioni negative svolgono funzioni straordinariamente utili ai fini del progresso della specie e della cooperazione tra gli esseri umani: ci stimolano a trovare strade alternative, a evolverci, a metterci in discussione, a chiedere aiuto, a senterci protetti ma anche fragili o vulnerabili, a capirci meglio e ad attuare cambiamenti. A volte sono, addirittura, la chiave di volta per accedere alle ns migliori risorse:… “,
Cifrato capitolo 13 del volume ” Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario – manuale di filosofia del cambiamento ” di Antony Robbins ( pag. 300 )
” Una delle più grandi dificoltà che noto negli individui e nelle aziende è la resistenza che oppongono al cambiamento, giustificando il loro modo di agire con l’affermazione che è stato il loro attuale comportamento a portarli al livello di successo che godono ora. Questo è verissimo, ma in realtà ora è richiesto un nuovo livello di pensiero per sperimentare un nuovo livello di successo personale e professionale. per farlo, dobbiamo una volta per tutte spezzare le barriere del timore e assumere IL CONTROLLO DELLA CONCENTRAZIONE DELLA NOSTRA MENTE. I vecchi moduli, ai quali permettevamo alla ns mente di farsi schiavizzare dai problemi contingenti, devono essere definitivamente interrotti. Al loro posto dobbiamo stabilire l’ impegno, per tutta la vita, a focalizzarci sulle sulle soluzioni e goderci il processo…… ”
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Alexander nel precedente spazio riservato ai commenti ho voluto riportare dei pasaggi tratti dal libro di Roberto Re e dal libro di A. Robbins. Il motivo è quello di porti delle domande sul tema della gestione delle emozioni. E’ da tempo che mi pongo domande su questo aspetto della vita ma man mano che trovo delle risposte spesso queste ultime vanno in contraddizione con risposte ancora precedenti. Conosco la tua opinione a riguardo che si sposa esattamente con l’ impostazione di Roberto Re. Ma Roberto Re è allievo di Robbins e mi sembra dalla lettura dei libri di Robbins che la sua impostazione è leggermente differente, anche se molto simile.
Quindi:
1) Emozione negativa = Allarme su qualcosa che non va, ci spinge ad agire. ( Può essere corretta questa interpretazione sullo schema di quanto detto da Roberto Re ? Non è un’ interpretazione troppo limitativa, in quanto un’ emozione negativa ci può portare a concentrarci sullo stato negativo delle situazioni e di conseguenza può portarci ad attrarre in continuazione eventi negativi – ci concentriamo solo su quello che non va – ?
2) Forse Robbins rispetto a Roberto Re aggiunge un qualcosa in più e cioè un ottimismo realistico.
Intepreto le frasi di Robbins come un invito a prendere atto del problema e poi agire positivamente alla sua risoluzione.
Io nell’ applicare esclusivamente il secondo metodo ero arrivato ad un’ atteggiamento neutro ( non provavo emozioni positive o negative, prendevo atto del problema e mi focalizzavo solo sulla soluzione. Per arrivare a questo tipo di atteggiamento mi ero autocondizionato a perseguire un apparente atteggiamento posivo. Ora rimetto tutto in discussione e vorrei un tuo feed back riguardo il modo corretto di interpretare i due passaggi citati.
Scusa se ancora ti disturbo ancora su questi aspetti ma sono mesi che mi incasino per capire e applicare correttamente il potere delle emozioni.
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